E così si arrivò a Porta Pia.
Quando nel 1886 Ennio de Rossi venne chiamato a progettare il Ponte Vittorio Emanuele II tutto era ancora estremente chiaro. Quando venne inauguato, nel 1911, il ponte si presentò al pubblico con una simbologia chiarissima: quattro vittorie alate davano l'accesso alle campate, solo che c'era una piccola, notevole differenza tra quelle che guardavano il Vaticano e quelle che guardavano la sponda "Italiana".


Oggi, dopo giorni di barbarie mediatica, ingerenze continue, attacchi alle istituzioni, politicanti accodati al Vaticano per rubare un po' di consenso, baciapile senza dignità, giudizi dati senza conoscenza di nulla, opportunismi nauseanti, preti sterili che parlano di paternità, presentatori caini che piagnucolano come verginelle nella recita a soggetto del dolore, gerarchie ecclesiastiche che tuonano dai pulpiti nel timore di perdere il controllo sulla morte (visto che il funerale è l'ultimo sacramento che amministrano copiosamente), Presidenti del Consiglio che si infilano nella breccia per sferrare l'ultimo attacco alle istituzioni, Papi senza nessun contatto con la vita reale, chiusi a riccio nei loro palazzi tinteggiati d'oro, oggi, proprio oggi, rimpiango quei padri liberali e massoni, quegli uomni liberi e determinati, che sfondarono quella muraglia che da secoli ci sprofondava nell'oscurantismo.
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