giovedì 17 settembre 2009

Dovremmo dedurne...

Poniamo che un signore anziano e molto potente si accompagnasse ad una ragazzina minorenne o semiminorenne, poniamo anche che, in tutto questo, il padre di lei si dichiarasse a più riprese amico dell'uomo anziano. Poniamolo, ma ricordiamoci che è altamente improbabile.
Dovremmo domandarci, innanzitutto, come mai il padre di lei acconsente, senza troppi problemi, a che la figlia si intrattenga alla copula col vegliardo. Tutti, ma proprio tutti, indistintamente, ci risponderemmo con semplicità che il padre, considerando il potere che emana dalla persona anziana, sarebbe ben contento di concedere la di lei verginità, perché, in prospettiva, un riflesso di quel potere sarebbe direttamente ribaltata su di lui.

Lo dedurremmo per via diretta perché anche noi, non ostante tutto, siamo ancora intrisi della memoria antropologica del significato profondo del contratto sotteso ai meccanismi ancestrali di concessione/non concessione della femmina di una tribu ad un'altra tribu.

Detto in altri termini, nessuno di noi si stupirebbe perché si sa che, in un mondo tradizionale, il matrimonio altro non è che lo scambio del patrimonio femminile (dote, o matri-monio, opposto a patri-monio) tra una tribu ed un'altra sottoposto ad un contratto scritto per il quale il maschio si assume la proprietà della femmina, l'onere del suo mantenimento e il diritto allo sfruttamento del suo utero con finalità riproduttive.

Ovviamente qualcuno potrebbe obiettare che, nel caso di specie, non si è parlato di matrimonio, o di contratto. Ma tutti, proprio tutti, capirebbero che, in assenza di un contratto matrimoniale (che, come detto, prevede il mantenimento) la persona anziana si sarebbe impegnata con il padre contrattualizzando, formalmente o informalmente, l'uso della figlia in virtù di un'altro scambio, altrettanto vantaggioso e magari non vincolante.

Per essere spiccioli, il padre si sarebbe fatto assicurare dall'uomo anziano che, a seguito della copula (singola o ripetuta) la figlia avrebbe ricevuto qualcosa che le assicurasse un futuro tranquillo e sereno, magari ricco e senza problemi. In sostanza il padre avrebbe accettato uno scambio equipollente al matrimonio, si sarebbe, cioè, assicurato che la cessione delle grazie filiali sarebbe avvenuta a fronte di una copertura economica pari alla durata dell'esistenza stessa della figlia.

Per questo, solo per questo, il padre avrebbe accettato che la figlia fosse impalmata dal vecchio. Tanto più che l'uomo anziano è stato presupposto potente. E il potente, si sa, ha una pubblica reputazione che gli deriva dal potere stesso. Ne dedurremmo, tutti, che il padre della ragazza avrebbe avuto un altro asso nella manica, ovvero sia il potere di ricatto nel caso in cui il vegliardo si fosse tirato indietro nell'ottemperare ai suoi impegni presi.

Come si vede, nessuno di noi si sarebbe stupito dell'atteggiamento rilassato del padre (e, magari, della palese complicità della madre).

Tutti, però, ci stupiremmo, o per lo meno, ci indigneremmo se un fatto del genere accadesse oggi. Perchè tutti conosciamo in linea di massima l'evoluzione e il progresso della figura femminile nella nostra società e tutti sappiamo che oggi nessun padre può concedere la figlia. Sappiamo anche che se anche la figlia si concedesse il padre si indignerebbe (e parecchio) perché è chiaro che per una figlia si vuole un futuro pieno e dignitoso, non una vergognosa compravendita.

In sostanza accetteremmo l'atteggiamento del padre in una società rurale o semi ruruale. Ma non oggi, non nel XXI secolo.

Fortuna che si tratta solo di un'ipotesi... altrimenti ci sarebbe veramente da indignarsi.

giovedì 10 settembre 2009

Di Vittorio dove sei????

In tv trasmettono un pezzo sulla tratta degli schiavi al sud... provincia di Foggia, o di Bari...
Centinaia di ragazzi clandestini comperati a 25 euro al giorno, costretti a vivere in dormitori senza acqua né luce, senza servizi iginici, in mezzo ai cani e alle pulci, in mezzo allla campagna infinita del grano e dell'uva.
Decine di datori di lavoro senza coscienza. Signori intoccabili che assumono le persone dai caporali. Come cinquanta, centro, mille anni fa, come sempre.
Le scene di cinquant'anni fa ritraevano persone che parlavano di sindacato, di lotta dei lavoratori, di diritti, di collocamento di contratto. Le scene di oggi ritraggono imbecilli che parlano di stranieri che rubano il lavoro agli italiani.

Siamo tornati indietro. Il sindacato si è inchiuso nella sua fortezza d'avorio delle grandi fabbriche. La sinistra fa salotto a Roma e a Bologna. I lavoratori imbestialiscono davanti alla propria tv.
Siamo tornati indietro.
Oggi vorrei che Di Vittorio vi fosse ancora. Che fosse ancora vivo.