giovedì 23 aprile 2009

Resistenze

Ieri ho visto il film sul Che. Al di là della figura personale del leader, mito assoluto, ho riflettuto ieri su quanti, in quegli anni a Cuba, e qualche anno prima anche in Italia, in Francia e in tanti paesi d'Europa, hanno seguito la lotta armata sulle montagne e si sono impegnati in prima persona nel combattimento contro i reazionari di tutto il mondo.

Potrei argomentare, troppo semplicemente, sulla superiorità morale del loro gesto, ma la cosa che più di tutte mi ha sconvolto è l'assoluta grandezza della scelta personale, la micro scelta di ciascuno, la motivazione e il coraggio che è stato necessario per affrontare la scelta stessa.

Sarebbe stato facile, per quelle persone, come lo fu per i fascisti in Italia, stare dalla parte della legge. Quanti di noi hanno difficoltà a far valere i propri diritti di fronte al poliziotto che ci maltratta per le cinture slacciate? Quanto coraggio ci vuole per leggere un'intera realtà nazionale, cogliere l'ingiustizia che regna nelle fila del potere, solidarizzare con i propri simili, e abbracciare la lotta armata. Quanto coraggio ci vuole per mollare tutto, la famiglia, gli affetti, e salire sulle montagne, sapendo anche che, di solito, la carogna fascista si diverte nella rappresaglia?

Il fascismo in Italia, come altrove il Nazismo e altre forme di dittatura, rappresentavano l'ordine normale delle cose, il brodo in cui le persone erano cresciute. L'antifascismo no! Era una scelta prima di tutto morale, talmente forte da farsi azione e resistenza.

Io non so se ne sarei stato capace. Ringrazio chi, cinquant'anni fa, questa scelta la fece!

1 commento:

Cesare Dornetti ha detto...

Hai perfettamente ragione. La vera sfida di oggi è far comprendere la forza di una scelta così rivoluzionaria. Mollare tutto, rompere il blocco di vent'anni di regime violento durante il quale molti erano nati. La libertà dentro alcuni di loro era un patrimonio genetico, per altri fu necessario poter sperare che quegli uomini ce la facessero. Le polemiche di questi giorni non sono rispettose nei confronti nè degli uni nè degli altri.