La polemica che incalza tutta la nazione non sarebbe nulla se non ci fosse la vergogna. Come pure, se non ci fosse il reato non ci sarebbe la necessità della resa.
In questo paese di morali variabili ciò che è proibito per qualcuno è consentito a tutti gli altri. Ma se la morale fosse meno moralista, qualcosa, qualche gusto eterodosso, potrebbe essere anche tollerato. E, soprattutto, si eviterebbe la ricattabilità di quanti fossero beccati con le mani nella mamellata.
Eppure nessuno pone mente alla legalizzazione di comportamenti fin troppo diffusi, come la prostituzione e il consumo di droga. Ci sono ragazzi menati a sangue perchè beccati con piccole dosi, persone che fanno galere lunghissime in virtù di leggi stupide. E su queste leggi si ancora la nostra moralità a doppia velocità, giacché è facile sanzionare ciò che il volgo considera impudico.
Che differenza c'è tra chi va a puttane e chi va a trans: nessuno, in termini di legge, e nessuno in termini di morale. Nel senso che si può accettare o non accettare, ma o si rifiutano entrambe le pratiche o nessuna delle due. Ciò che invece è perfettamente uguale è che, di fronte alla proibizione di legge, chi esercita queste pratiche si trova, volente o nolente, nelle mani di chi ne è a conoscenza.
Ciò che, invece, è perfettamente diverso, è che, chi si può permettere di essere l'"utilizzatore finale" si sente perfettamente tranquillo, e non perché per lui la becera morale non si applichi. Ma perché, semplicemente, può disporre di un tale dispiego di mezzi di informazione, di soloni idioti, di portavoce beceri, che qualunque fosse la debolezza commessa, si sentirebbe comunque e sempre impunibile e in grado di ribaltare la realtà. Ed è l'ennesimo esempio di conflitto di interessi.
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