Sono anni che assistiamo alla fiera del "Tanto sono tutti uguali". Sono anni che cercano di farci credere che nazismo, comunismo, fascismo ed altre dittature sono uguali basandosi su una idiota contabilità dei morti.
L'equazione assurda è fondata su un presupposto fin troppo facile da smontare, quello per il quale tutte queste ideologie hanno portato alla morte di milioni di persone. Ad esser ancor più precisi si dice che il comunismo sarebbe il male peggiore perché ha mandato a morte un numero maggiore di persone.
Il retropensiero di questi pseudo-storici è fin troppo leggibile e altrettanto allarmante. Si cerca di ragionare in termini di un "mal comune" per il quale lo sdoganamento dei fascismi sarebbe possibile in virtù del fatto che, tanto, "lo hanno fatto tutti". Sarebbe inutile una damnatio eterna per le dittature nazionaliste che hanno condotto l'Europa al massacro. Anzi, in fin dei conti i morti dei fascismi sarebbero anche pochini rispetto a quelli del comunismo. Insomma, accomunare tutte le dittature, per legittimare il ritorno dei fascisti al potere.
Eppure, secondo me, ci sono tre punti imprescindibili:
- Per il nazismo l'eliminazione fisica di interi gruppi umani (ebrei in primis, ma anche rom, polacchi, slavi, omosessuali, handicappati, oppositori politici, ecc.) non è la diretta conseguenza di un rovesciamento del potere costituito, ma l'obiettivo dichiarato e chiaro della gestione del potere. Per tutte le dittature, comunismo compreso, la morte degli oppositori, veri o presunti, è conseguenza dell'esercizio del potere in una forma diversa rispetto al passato. Si pensi a quello che accadde negli anni del terrore della Rivoluzione Francese, oppure a quello che è accaduto per tutto il ventesimo secolo in sud america. In ogni caso la conseguenza della presa di potere è l'eliminazione degli oppositori. Il nazismo, invece, nasce col culto della morte, celebrata in mille riti e mille situazioni diverse, punto di partenza per l'educazione dei quadri di partito e delle SS: una morte dichiarata, punto di partenza dell'azione politica, presunta catarsi del mondo, obiettivo principe, se non unico della presa del potere. Morte giustificata, glorificata, portata al livello di ingegnerizzazione massimo e di massima efficienza, esercitata con metodo e spirito di abnegazione.
- Come conseguenza del primo punto, il soggetto obiettivo di sterminio da parte dell'ideologia nazista non ha nessuna possibilità di scampo, non c'è nessuna pietà. Mentre nei normali meccanismi dittatoriali è possibile in qualche modo sfuggire alla morte, è possibile anche ritagliarsi uno spazio di ignavia, di indifferenza, di disimpegno dalle questioni politiche che assicuri la sopravvivenza, il nazismo non lascia scampo, perché è la nascita, la presunta razza, ad essere il discrimine della vita e della morte. Se si nasce ebrei non c'è redenzione, il lagher, il gas, il forno sono la partitura mortifera del soggetto stabilita dai secoli e per i secoli valida.
- L'Europa occidentale, quella nella quale siamo nati e cresciuti, ha subito il nazismo e il fascismo, non il comunismo. Potrà sembrare questione di lana caprina, ma non lo è affatto. In occidente le costituzioni repubblicane, quella italiana compresa, sono nate come risposta/reazione alla barbarie nazifascista: da qualunque partito siano state scritte, cristiano, socialdemocratico, socialista o comunista, le nostre costituzioni hanno attribuito diritti in risposta alla sottrazione che era stata imposta dai fascismi, sono state estese libertà proprio nei comportamenti vietati da essi. Più in generale, i costituenti dell'Europa occidentale hanno avuto chiarissima, in virtù di quanto fatto da Hitler e Mussolini, quale era la conseguenza della soppressione delle libertà, dei diritti, delle garanzie costituzionali. Hanno sperimentato sulla propria pelle cosa vuol dire uno stato non democratico. E proprio in virtù di questo hanno disegnato architetture costituzionali aperte, democratiche, inclusive, protettive delle fasce più deboli.
Su quest'ultimo punto mi piace fare l'ultima metafora. In medicina si contempla tutto tranne che il trapianto di cervello. Si può sostituire tutto tranne che il centro nevralgico della personalità del soggetto. Snaturare le nostre costituzioni e riscriverle in senso fascista, come si sta cercando di fare in Italia, non vuol dire creare una nuova forma costituzionale, ma, molto più semplicemente, trapiantare il cervello al paese, snaturarlo completamente, eliminare il presupposto della sua legittima sovranità. Per assurdo, se tali cambiamenti venissero portati a termine, il popolo sarebbe legittimato alla guerra civile, proprio perché la costituzione non avrebbe più la base sulla quale si fonda, la sua legittimità appunto, e di conseguenza, nessun governante sarebbe autorizzato a governare.
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