lunedì 1 dicembre 2008

Ritorno

Ci hanno raccontato che il nuovo sistema di sicurezza algerino ha salvato migliaia di vittime da un terrorismo cieco e senza scrupoli. Ci hanno detto che il numero dei controlli quotidiani imposti alla popolazione sono necessari a seguito di quanto accaduto negli anni '90. Ovviamente non posso postulare il contrario.
Posso solo dire che, sinceramente, non credo che il governo in carica non ne abbia approfittato per lavorare di cesello su tutta l'opposizione democratica in carica.
Questo non toglie che l'Algeria non sia un paese in crescita, o che, addirittura, la sua crescita non dipenda dall'appetibilità che viene da un regime che controlla, elimina le dissidenze e assicura la stabilità.
Il porto di Algeri è una larga baia con al centro la perla dello scalo merci. Ogni sera decine di camion si incolonnano per entrare nella perla a scaricare o caricare merci. Nessuno scambio su scala mediterranea, semplicemente il terminale del commercio algerino, con la possibilità di caricare gas e greggio sulle navi adagiate alla fonda su una lama di acqua piatta e metallica.
Nell'ultimo viaggio ci hanno alloggiati all'hotel "el-Aurassi", un mega complesso di cemento armato che domina la baia dall'alto della casbah. Un obbrobrio architettonico concepito da qualche architetto britannico (lo deduco dalla completa incapacità di abbinare i colori tra loro). L'hotel guarda il porto e ce lo siamo goduto all'alba dall'alto sotto una coltre di nubi allungate dal vento di maestrale.

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